Questo libro vuole essere una guida al percorso evolutivo che da primati quadrumani ci ha portati allo stadio di homo mobilis.
Tra le pagine troverete qualche piccolo consiglio che ci sarà d’aiuto nell’adattarci alle modificazioni dell’ambiente urbano, sempre più selettivo ed inospitale, a causa del traffico automobilistico, dell’inquinamento prodotto, ma soprattutto, della velocità di spostamento: dai pochi chilometri orari dei primi esseri apparsi sulla terra, ha raggiunto, oggi, punte vicine a quella del suono.
Scopriremo che rallentare è possibile ed anzi, più piano andiamo, più tempo guadagniamo. Possiamo essere viaggiatori senza essere passeggeri.
La prima parte di questo viaggio ci aiuterà a capire meglio a quale anello di questa catena evolutiva apparteniamo, più o meno consapevolmente. Per farlo cercheremo di rispondere ad alcune domande esistenziali, fondamentali per l'homo mobilis:
Perché scegliamo un certo tipo di modalità di trasporto nella giungla d’asfalto?
Il modo che abbiamo scelto per muoverci è il migliore possibile per i nostri reali bisogni?
Che impatto ha, sull’ambiente e sull’economia pubblica e dei singoli, il modo in cui ci spostiamo per la città?
Perché, fino oggi, l’automobilista ha occupato il vertice della catena alimentare?
Come, la nostra voracità consumistica ed energivora, ci ha portati ad essere una minaccia per noi stessi e per l’ambiente nel quale guidiamo?
Esiste un mondo oltre l’auto?
È davvero impossibile cambiare mezzo di trasporto per muoversi in città o nel tragitto casa lavoro?
Acquisita la consapevolezza che un mondo diverso e migliore è a portata di piede perché camminare e pedalare sono soluzioni accessibili alla quasi totalità della popolazione, maturare l’idea di spegnere l'auto, una volta per tutte, non sembrerà più un atto eroico o da ecoterrorista ma una scelta naturale e persino desiderabile. D’improvviso scopriremo che smettere di guidare è facile se sappiamo come farlo.
Nella seconda parte del libro, troverete consigli per percorrere rapidamente la strada che vi porterà alla mutazione finale ed irreversibile in homo velocipede, la sottospecie più evoluta dell’homo mobilis, capace di spostarsi agevolmente nella metropoli e tra le campagne, con un mezzo semplice da condurre, comodo, economico, divertente e ad impatto ambientale zero: la bicicletta.
Questo, in ogni caso, non vuole essere un libro pro bici e contro l’automobile. Non è contrapponendo categorie ideologiche che si racconta l'evoluzione della specie. Molto semplicemente, abbiamo voluto raccogliere alcune riflessioni e indicazioni pratiche, ascoltando coloro che pedalano da molto tempo nel tratto casa-lavoro, per dimostrare che un’alternativa alla schiavitù del motore a scoppio e al traffico congestionato, esiste ed è a portata di mano; basta provare qualche giorno per rendersene conto.
Come per altre dipendenze, quella dall’automobile, si basa su una serie di meccanismi psicologici, politici ed economici [1], che fanno sembrare le alternative possibili, anche se semplici, irraggiungibili, generando una serie di suggestioni che, alla prova dei fatti, si dimostrano esagerate preoccupazioni e che si possono superare con un minimo di organizzazione e maggiore consapevolezza.
Basta fermarsi un secondo a riflettere sul nostro modo di percorrere lo spazio per capire che, in un giorno, arriviamo a percorrere anche centinaia di km ma tutti su percorsi obbligati ed incrociati, che si snodano e riannodano in un andirivieni su un’area il cui raggio, raramente, supera i dieci chilometri.>
In quest’area si possono raggiungere gli stessi luoghi, senza seguire il traffico ma spostandosi in linea retta, camminando, spingendo uno skateboard o con gli hoverboard oppure i monopattini, leggeri e pieghevoli, elettrici o no, e chi più ne ha più ne metta, impiegando lo stesso tempo e facendo molta fatica in meno, risparmiando energia, emissioni nocive, migliorando la nostra salute fisica e mentale e, a conti fatti, anche alle nostre tasche.
Quindi spegnete i motori, mettetevi comodi e preparatevi a gustare il viaggio alla scoperta di un nuovo modo di spostarsi.
L’era dell’homo velocipede è iniziata.
[1]
Sierra Muñoz, J., Duboz, L., Pucci, P. et al. Why do we rely on cars? Car dependence assessment and dimensions from a systematic literature review. Eur. Transp. Res. Rev. 16, 17 (2024). https://doi.org/10.1186/s12544-024-00639-z
Mattioli, Giulio & Roberts, Cameron & Steinberger, Julia & Brown, Andrew. (2020). The political economy of car dependence: A systems of provision approach. Energy Research & Social Science. https://doi.org/10.1016/j.erss.2020.101486